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martedì 3 settembre 2019

• GIORNO 10 •

Giornata campale da incorniciare.
Difficile, impegnativa, non calcolata, con continue sorprese e difficoltà da superare: ma è quello che cercavamo, no?

Al mattino passaggio alla Honda di Riberalta che ci da il contatto della Honda appena dentro il confine Brasiliano.
Teoricamente oggi doveva essere una normale giornata di trasferimento su asfalto: da Riberalta a Guayaramerin sono 85 km di autostrada.


Partiamo con il sole e già al primo casello di pedaggio ci dicono che la strada più avanti è bloccata da scioperanti per farsi ascoltare dal governatore della regione con l'obiettivo di farsi sistemare le strade laterali (sono in blocco già da ieri mattina): vabbè, pensiamo, passeremo in qualche modo...


Arriviamo al blocco, e veramente hanno messo un Tir di traverso su un ponte!
Cerchiamo varie strade laterali ma nulla da fare, finiscono tutte o nella foresta o nei bacini d’acqua (qui siamo nel Pantanal Boliviano).
Sotto il ponte c’è un Rio


Riusciremmo a guadarlo ma per scendere e salire non c’è verso.
Dopo aver controllato la mappa decidiamo di andare a Cachoela Esperanta e da li scendere da un'altra strada verso Guayamerin,
per fare il giro sono 150 km, ci dicono che anche là c’è un blocco ma tentiamo comunque.

Ritorniamo verso Riberalta e 10 km prima della città c’è la deviazione verso Cachoera Esperanta
e qui iniziata l’avventura 😊
La strada è una bellissima sterrata veloce (viaggiamo a 100 km ora) in mezzo alla foresta verdissima.







Ogni tanto le rette finiscono e troviamo delle semicurve su ghiaino che per noi sono uno spasso: ci distanziamo di circa 400 metri l'uno dall’altro per avere visibilità nella polvere sollevata dalle nostre moto.
Ogni tanto si vede l’ingresso di una Fazenda e troviamo anche delle scuole formative per i ragazzi.
Sono piccoli agglomerati di case (baracche in legno) ed è tutto sospeso come fuori dal mondo: una fortissima emozione, credetemi.

 


Ci fermiamo assetati in una baracca dove vendono coca cola e tutta la famiglia (uomini compresi) è concentrata a guardare in TV la telenovela del momento 😊,
fuori, dei bimbi di 3-4 anni giocano tranquilli.


Più avanti troviamo una scuola educativa e ci fermiamo a chiacchierare con dei bambini: faccio vedere loro le mappe che ho sulle sulle valigie, dov'è Italia e un po’ di geografia.
Sono bellissimi nelle loro divise tutte uguali con una bambina più grande che segue il gruppo.



Arriviamo a Cachoela Esperanta ed è veramente la fine del mondo; pueblo coloniale sulla riva del fiume;
C'è un posto di blocco della Polizia, cambiamo un po’ di denaro Boliviano (siamo senza) e ci informano che più avanti c’è da passare fiume: mi piacerebbe fermarmi di più in questo Pueblo per capire la storia locale ma siamo di corsa visti gli imprevisti della giornata.

Ripartiamo da Cachole e arriviamo al fiume da passare,
Mi aspettavo delle zattere con maggiori dimensioni per andare tranquilli con le nostre moto cariche da quasi 300 kg,
troviamo invece delle zattere fatte di assi di legno e qui, complice la stanchezza, iniziamo a ridere e a prenderci in giro come non mai 😊

 
Mandiamo per primo Nicola che se affonda è abituato 😊
Primo giro due moto: poi io torno e prendo anche la mia moto.






Usano un motore fuoribordo da 6.5 cv ad albero lungo e con un'elica finale: orgoglioso mi dice che è lo stesso che usano in amazzonia 😊
Bevuta sull'altra riva e ripartiamo

Arriviamo quindi al secondo blocco: anche qui tante macchine e un folto gruppo di persone che bloccano passaggio.
Ci fermiamo ed andiamo a discutere con i capi di questo blocco, un anziano e due signore.

Provo giocarmi una carta: gli spiego che per avere maggior visibilità per la loro protesta  sarebbe ottimo fare dei video e metterli in faceboock, come strumento di divulgazione 😊
Ci stanno e organizziamo tre video che poi ho messo in FB: con i vostri mi piace mi auguravo che avessero pietà e ci consentissero il passaggio.


il video è riuscito bene ed ho dato anche le mie valutazioni 😊
Gli animi dei dimostranti e di chi è lì bloccato sono tesi: ci sono viaggiatori che hanno dormito in auto e sono lì fermi da ieri mattina senza sapere quando ci sarà lo sblocco: attendono solo che il governatore dica qualcosa.

Ci mettiamo sul cassone di un pick up e facciamo un buon caffe italiano che offriamo ai nostri compagni di blocco e iniziamo a ridere pensando a chi stanotte dorme fuori dalla mia tenda visto che è una due posti 😊.



Prendo la moto di Nicola e vado in perlustrazione nella foresta cercando un qualche sentiero per passare ma nulla
Un campesinos ha pietà di noi e ci indica un passaggio nella fitta foresta, ci dice che con moto si fa senza problemi, proviamo
Entriamo in uno stretto sentiero nella foresta e arriviamo a un passaggio obbligato: un guado melmoso profondo oltre 60 cm, ma con un fondo che non è fondo …nel senso che se ci vai dentro continui a sprofondare .
Passa primo Mario e con nostro aiuto ce la fa abbastanza bene,
Poi tocca a Nicola un po’ incitato da me e patatrac: moto affondata!
In 4 a tirarla su di peso prima di avantreno e poi con il posteriore, una fatica disumana, eravamo fradici dall’umidità e dallo sforzo, poi la ho presa io e sono riuscito salire in marcia sull'ultimo tratto.
Alla fine è stata la volta della mia moto ed anche qui ho fatto un parziale affondamento con ulteriore sforzo di tutti a tirarla su.
Giuro che non ho mai fatto così fatica con una moto!!
Usciamo finalmente dalla boscaglia, fradici e infangati ovunque (ho i piedi negli stivali che galleggiano nella melma), siamo sfiniti veramente.
Vado in moto per qualche km senza giacca ne casco per prendere aria.

Finalmente arriviamo a Guayaramerin e ci dirigiamo alla polizia e dogana per mostrare i documenti per l'uscita dalla Bolivia.
Tutti ci chiedono da dove siamo venuti visto che sanno esserci blocchi ovunque e quasi non credono che veniamo comunque da Riberalta.
Arriva un vento forte e vediamo che la moto di Nicola è nuovamente forata sull’anteriore.

Facciamo tutto di corsa perché l'ultimo traghetto per il Brasile è alle 18,
Bravissimo Mario a chiedere ai traghettatori di aspettarci.
Facciamo i documenti di corsa, sembra serva fumigare la moto per entrata in Brasile ma non abbiamo tempo per cui rischiamo e via,
Saliamo dalla rampa del traghetto (Nicola con l'anteriore a terra forata)
Sul traghetto tiriamo finalmente un respiro di sollievo, siamo veramente sfiniti.

Scendiamo dall'altro lato, quello Brasiliano (si chiama Guyara – Mirim , nome simile al Bolviano dall'altra parte) e i gentilissimi doganieri Brasiliani anche se con gli uffici già chiusi, ci riaprono per fare documenti.
Arriva un violentissimo temporale, per fortuna siamo negli uffici,
bastano questi 15 minuti di pioggia e sulle strade si formano torrenti d’acqua che corrono... almeno le moto si lavano un po’.
l'ufficio immigrazione è chiuso e apre dalle 20 alle 21.
Andiamo così in una pousada e cerchiamo di ripulirci dal fango,
gli stivali sono pieni di melma e riduco il bagno in una pozzanghera rossa cercando di lavarli.
Nicola è all’esterno che con scopa e gomma dell'acqua, lava suoi pantaloni…
insomma due ore per tentare una ripulita non riuscita 😊

Prendiamo il taxi e andiamo a mangiare in un buon ristorante di carne con 6 altrettanto ottime caipirinha 😊




E poi notte a tutti

vi lascio un altro po' di foto,
nel frattempo caricherò anche gli altri video😊











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