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lunedì 8 giugno 2015

• GIORNO 12 •



08.06.15
Lascio  Mashhad sapendo che oggi lascerò l'Iran; ma non sarà un addio con questo stupendo popolo ma solo un arrivederci...
Uscendo di buon mattino dalla città (qui comodissimo il GPS anche se con la sola traccia, perché mi consente capire come uscire con la posizione), vedo che la città sarà la capitale mondiale della cultura islamica nel 2017. 
Uscito dalla città ho circa 220 km per arrivare al confine, calcolo la benzina, faccio un pieno a 80 km prima del confine Turkmeno a Bajgiran. La strada sale e con ampie curve mi porta ad uscire alla dogana iraniana, anche qui sono tutto molto gentili e passo in 5 minuti.
Faccio una galleria e mi trovo in un paesaggio alpino (mi sembrava di essere al Pian delle Fugazze in novembre), freddo, nebbia bassa...
Il Turkmenistan mi accoglie così, ed è l'inizio. 
Ho un appuntamento per avere il visto temporaneo di 3 gg ed una guida locale da portarmi al seguito per il transito del paese (tutti gli altri visti sono riuscito a farli in precedenza). Era l'unico modo per non compromettere tutto il viaggio.
Mi scoccia molto aver qualcuno dietro, ma era l'unica possibilità. 
Impiego circa 3 ore!!!
In una dogana deserta di passaggi (eravamo in 3-4 persone) e 7 uffici passo da una stanza all'altra a trascrivere i miei dati e quelli della moto, ne vedo di tutti i colori!
Ho sempre avuto pazienza, sapendo che questa e quella Ubzeka sono molto probabilmente le peggiori dogane, ma a un certo punto non ne potevo più! 
Mi chiedono di trascrivere il colore della moto... mi chiedono il colore nel dettaglio e rispondo che la mia "Regina" ne ha tre (bianco, rosso, blu). Impossibile risponde, ne deve avere solo uno! Ops...che faccio? ..la dipingo?! Insomma cose allucinanti e perquisizione in ogni dove, moto, bagagli, tasche, mutande ecc... (Ogni spazio possibile per vedere contenuto).
Alla fine esco e trovo la mia guida che mi porta ad Ashgabat, scendendo di quota dai 1.800 mt a livello del mare.

Ashgabat è impressionante quanto "kitsch"; la megalomania del suo presidente ha creato questa città fatta di enormi palazzi bianchi (molti penso vuoti) e cupole dorate, con il solo scopo di esporre la ricchezza che questo paese possiede grazie al petrolio e al gas.
Arrivo alla Owdan (agenzia che mi ha organizzato il visto) e mi aspetta una seconda brutta sorpresa: non è possibile andare all'orfanotrofio.
Mi spiegano che per entrare o parlare con i rappresentanti della struttura serve un permesso governativo che va richiesto con 5 gg di anticipo. Insisto a chiedere eventuali altre soluzioni. Chiedo se possono contattare telefonicamente l'orfanotrofio. Mi accontentano ma l'esito non è positivo. Purtroppo anche per loro è impossibile visitare tale struttura senza tale permesso. Mi si gela il sangue, tutta questa strada e non poter avere neanche un brevissimo contatto. Non ho forza di controbattere, è dal pomeriggio che ho un malessere fisico doloroso, malessere che mi porto avanti fino alla tarda mattina seguente e che purtroppo diventa una priorità da risolvere prima possibile.
Domani alle 14, verrà a prendermi il "driver" per scortarmi verso Darvaza.

Good night.






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