Partenza al mattino presto ore 7, non so cosa mi aspetta alla frontiera e in più a Tabriz devo cercare l'orfanotrofio per cui viaaa....
Incredibile, appena uscito dall'albergo, sole splendido e Ararat completamente sgombro dalle nubi ...uno spettacolo!
Arrivo in dogana, esco dalla Turchia rapidamente e altrettanto rapidamente (20 minuti) passo alla dogana iraniana. I doganieri sono gentilissimi, tutti mi chiedono dell'Italia e del mio viaggio.
Cambio al mercato nero un po’ di dollari (le carte di credito in Iran non funzionano da nessuna parte) e prendo la strada verso Tabriz che dista 280 km dal confine. Fa caldo, sempre di più ed il paesaggio inizia a passare dal verde della Turchia al deserto dell'Ira; scoprire (...ma immaginavo) che non vi è nessuna copertura telefonica ne di sms, non aiuta a restare sereno in queste lande deserte. Se la moto mi dovesse lasciare a piedi qui, mi disidrato in due ore :))) (beato camel back con acqua a mò di zaino ...utilissimo).
Arrivo a Tabriz velocemente, alle 13 circa, devo trovare l'orfanotrofio ma non so da dove iniziare.
Ho un pseudo indirizzo in persiano ma quando abbiamo provato a contattarli dall'Italia non ci siamo riusciti.
E qui ci sta un vecchio aneddoto...
Ho un cugino, Nicola (Biri per i Volaneri) mio coetaneo e amico di merende in gioventù, cresciuto con me anche motoristicamente parlando. Ora vive da più di 10 anni in Cile e scorazza con il suo Ktm 1190 per il Sud-America minimo 4 mesi all'anno.
Nel 1980 a 16 anni entrambi, si innamora di Serenella (come faccia a chiamarsi così una ragazza alta come noi e con due cose così davanti ....mahhh) lei fiorentina con parenti a Volano (TN).
Visto che ai nostri tempi quando ci si innamorava "era sul serio" (ndr ....per i ragazzi dei giorni odierni) Nik non resisteva alla lontananza, mi rompe rompe rompe (quando ci si mette è più testardo di me ...tutto dire per chi mi conosce!) e mi convince, una domenica, a fare Volano - Firenze - Volano in giornata pur di vederla. Partenza ore 5 della domenica con i nostri fidi Laverda Lz 125 (sempre moto uguali noi due), 1 kg di olio Castrol da miscela e via tutta di strada statale...
Arriviamo a Firenze alle 13, calcolando i tempi possiamo rimanere max 2 ore con la bella per poi rientrare!
Perdiamo quasi un'ora a cercare questa benedetta Via Dei nr 1, senza trovarla (dopo 35 anni mi ricordo ancora l'indirizzoooooo), al che in un lampo di genio, blocco un Taxi, gli allungo 5.000 lire, e gli chiedo di portarci alla meta, seguendolo con la moto.
Arriviamo, (non racconto tutta la scena ma Nik che mi legge può confermare e commentare... ma solo in italiano, non in dialetto trentino, è l'unico che conosco che sa scrivere perfettamente in dialetto) ma Serenella non c'è e la madre ci sbatte porta in faccia! Non ci resta che farci un cappuccino con brioche al bar all'angolo di Via Dei...( il nome del bar non lo ricordo, perché ero parecchio scocciato) giriamo le moto e rientriamo per le 22, io a studiare per il lunedì, lui in panificio a infornare per il giorno dopo...
Mi ritorna in mente questo aneddoto quando entro a Tabriz; vado verso il centro (è la più grande città del nord Iran) e mi fermo da due taxisti in sosta.
Non parlano inglese (continuo a dirmi che non lo parlo nemmeno io, per cui...) ma nel chiedere info attiro l'attenzione di un signore anziano che lo parla bene, gli spiego brevemente cosa cercando.
Convince lui il taxista (e gli vuole dare lui denaro per portarmi!) a portarmici. Arriviamo, la struttura sembra chiusa e disabitata... suono e risuono ma nulla.
Entro nell'hotel di fronte per chiedere info che non mi sanno dare, ma io non desisto; gli faccio fare una ricerca in internet di altri orfanotrofi o strutture simili e mi stampano un altro indirizzo ma sono uffici pubblici che si occupano dell'assistenza.
Mi spiegano che oggi e nei prossimi due gg in Iran è festa nazionale ed è tutto è chiuso. Gli spiego che quello che cerco non può essere chiuso (...i bimbi non ci sono part time nelle strutture).
Esco e con un altro taxista (Mohamed, la mia salvezza ....quello in foto con camicia marrone) andiamo in un' altra struttura che risulta essere anch'essa chiusa.
Esco e con un altro taxista (Mohamed, la mia salvezza ....quello in foto con camicia marrone) andiamo in un' altra struttura che risulta essere anch'essa chiusa.
Torniamo insieme al primo indirizzo, insito nello spiegare a Mohamed che qui ci deve essere un orfanotrofio ma che risulta chiuso: nello stesso tempo si ferma un'auto e scende un ragazzo (Amith, camicia azzurra in foto ciuffo alto - ma posso aver capito male il nome) che con ottimo inglese traduce tra me e il taxista. Si da fare una volta compreso il mio progetto e ci segue come un'ombra. Mohamed va davanti al cancello e inizia a suonare il campanello urlando in arabo... nessuno apre.
Il cancello è chiuso con catena e lucchetto ma il lucchetto è aperto.
Entriamo e sembra tutto deserto ma vediamo delle automobili parcheggiate, chiamiamo e finalmente esce un responsabile!
Entriamo e sembra tutto deserto ma vediamo delle automobili parcheggiate, chiamiamo e finalmente esce un responsabile!
Evvivaaaaa !!!
Ci spiega che i bimbi (tutti sui 6-8 anni) sono a dormire: spiego il mio progetto e dopo un po’ di suscettibilità accetta di farci entrare. Mohamed deve andare via e emozionato ci scambiamo contatti ...solo grazie alla sua testardaggine siamo qui!
Nonostante, l'esterno, l'interno della struttura è molto pulito e curato, in linea con nostri standard. Non mi consentono fare nessuna foto all'interno per rispetto della legge iraniana (quelle che vedete sono rubate)
In uno stanzone vedo sei bimbi tutti della stessa età che stanno dormendo. Oggi in questa struttura ci sono circa 20 bambini, quelli più grandi sono in un altro centro della città.
I responsabili sono 6, hanno aiuti governativi e da varie nazioni arrivano volontari ad aiutarli.
Mi racconta la storia dei genitori del bambino che vedete sulla moto, ma per sensibilità e rispetto non la racconto.
Ci abbracciamo tutti e tre con le lacrime agli occhi, con Amith, ci scambiamo contatti, è molto felice ed emozionato per avermi potuto aiutare.
Do il mio contributo, al che lui mi lascia regolare ricevuta (per legge rischiano tantissimo ad accettare donazioni in denaro non dichiarate) e mi lascia il nr. di conto corrente bancario per eventuali futuri versamenti.
Sono felice, contro ogni aspettativa ci siamo riusciti anche in questa ricerca che sembrava disperata
(...grazie Alberto e Anna!).
Sono credente anche se non pratico molto ma ho la chiara sensazione che nulla sarà impossibile in questo viaggio...nulla!
Ne approfitto per fare un augurio di veloce guarigione alla figlia di conoscenti esteri, la quale proprio ieri ha avuto un brutto incidente in moto con il suo ragazzo ed ora lotta in ospedale : forza Sabata siamo tutti con te!
Un immenso "in bocca al lupo" anche a mio figlio Filippo che ha la broncopolmonite e per fortuna sta migliorando. Forza ometto!
Bel racconto mirco!!
RispondiEliminaGrazie per esserti spiegato benissimo
Sembrava di essere li con te;-)
Buon proseguimento💪🏽
Grazie Mirko....con i tuoi racconti ci porti con te in questa bellissima avventura. ...sei grande un abbraccio! !a
RispondiEliminafantastico, dal racconto si percepisce che l'emozione aumenta, il cuore e la mente si stanno elevando ad un livello che la vita quotidiana non ci permette di raggiungere; stai proprio entrando nel vivo del viaggio, anzi è il viaggio che entra nel tuo corpo; il viaggiare da soli porta a delle riflessioni fantastiche, al un vero contatto con i popoli che stai incontrando. Chissà proprio la giù, prima del giro di boa, il tuo IO ti aspetterà x darti la forza del rientro. Inscha
RispondiEliminallà. christian g.
Bellissimo...
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