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giovedì 25 giugno 2015

• GIORNO 22 •

18.06.15 Dushanbe - KalaiKhum
Partiamo da Dushanbe presto in 4 (Mike , Jean , Frode e io) verso la M41 del Pamir.
Ci siamo prefissati di fare circa 280 km da Dushanbe a KalaiKhum (fattibilissimo mi dico ….come al solito previsione errata!)
Primi 90 km di asfalto buono, poi inizia l' off-road alternato da brevissimi tratti di asfalto dell’era sovietica.
Lo sterrato è duro, per cui si viaggerebbe bene se non fosse per le buche persistenti ogni due metri che costringono o a zig zag o ad affrontarle con ripercussione sulla colonna vertebrale e sulle sospensioni di Khatarina (Khaty).
Un' altra perdita di tempo sono gli innumerevoli blocchi di polizia per la registrazione ed il controllo documenti.

Un' altra incognita, sono sempre i cani randagi: furbi e perfidi.
Secondo me hanno indetto il “trofeo del polpaccio dell’anno“, e tutti questi cani Tajiki si danno da fare per vincerlo! Si nascondono tra le case dei villaggi che passiamo o dietro gli alberi per poi saltare fuori puntando chiaramente la gamba del povero motociclista di turno...
Da chiarire anche che qui do cani razza "Cihuhua" non ce ne sono e il più piccolo che abbiamo incontrato pesava circa 40 kg.
Oramai ho affinato la tecnica di autodifesa, e quando riesco a vederli in anticipo a spasso tra le case, scalo la marcia (tenere una 2 marcia  da 70 all’ora ….serve perché già testato a 40 all’ora mi vengono a prendere ) e con occhio vigile tengo la gamba pronta per un calcione.  Finora ci sono riuscito ma vi assicuro ogni volta è una battaglia...

Attraversiamo vallate fertili, visto che la strada costeggia costantemente il Gunt River (fiume molto impetuoso e con forte corrente), pascoli, prati, boschi di alberi di noce (alcuni veramente maestosi come dimensioni) e piccolissimi villaggi dove la costante sono i bambini che ci salutano, corrono fuori dalle loro case o cortili e allungano il braccio per toccarti la mano.  Qui tutti vivono la giornata lungo la strada.
Sono tutti gentili anche gli adulti e salutano sempre!

La strada costeggia sempre il fiume e dalla parte opposta della riva è Afghanistan: si vedono vicini i loro villaggi e coltivazioni .
Lo vedete anche nelle foto, sono la strada e case di fango al di la del fiume .
In pratica per gran parte del Pamir e per i prossimi tre giorni avremo il confine Afghano al mio fianco. Roccia verticale sulla sinistra a strapiombo che scende sul fiume, con parecchie evidenti frane, segnalate con sassi sovrapposti in verticale.
Diciamo che strada e panorama sono unici, ma serve stare all’occhio mentre si guida la Khat sugli sterrati ai 60 km ora …con il suo dolce peso!

Saliamo il passo Sagirdasht a 3258 metri. Sulle cime c'è ancora la neva e la moto risente già a questa altezza della carburazione difettosa. Mi chiedo... cosa farò a 4665 metri del passo del Pamir?
Siamo stanchi e si sta avvicinando la notte ma siamo ancora lontani da KalaiKhum .
Scendiamo dal passo ad una bella andatura anche se è sterrato, peccato farlo verso sera con il buio in arrivo perché il panorama è mozzafiato. Il fiume scende in verticale con masse d’acqua che si elevano a altezze notevoli quando si frantumano sulle rocce e le pareti di roccia della valle sono verticali e dai colori più svariati.
Arriviamo KalaiKhum nella notte, prendiamo una Homestay (casa famiglia nella quale vengono ricavate stanze per gli ospiti) direttamente sopra il fiume. La terrazza dove ceniamo e facciamo colazione è sopra il fiume. Il frastuono dell’acqua è fortissimo ma dormiamo comunque.
Da ieri il collegamento a internet è inesistente e lo sarà per parecchi giorni credo. Bene volevo staccarmi dal mondo e ci sono  riuscito!
Il KTM di Mike ha il cerchio anteriore ammaccato e la Yamaha di Frode ha il  portapacchi con mezze viti allentate o perse dovuto alle troppe vibrazioni e sollecitazioni.
Grazie al fantastico lavoro di Paolo, Khat abbastanza bene!




































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